Il fico d’India, o Opuntia ficus-indica, è una pianta appartenente alla famiglia delle Cactacee ed è originaria, checchè si possa pensare dal nome, del Messico e delle regioni calde del centro-america. Si tratta di una pianta succulenta rinomata per i frutti che vengono gustati in tanti modi, sia freschi che come succo o sotto forma di marmellata.
Oggi il fico d’Iindia viene coltivato in moltissime zone del bacino del Mediterraneo dove è diventata una specie quasi autoctona. Cresce spontaneamente in diverse parti dell’entroterra e delle zone costiere della Sicilia dove si è ambientata benissimo ed ha assunto i connotati di un vero e proprio simbolo della regione.
Come coltivare il fico d’India
Essendo una pianta originaria dei climi caldi e secchi dell’America centrale, è ovvio che per crescere bene il fico d’India ha bisogno di temperature alte e clima non molto umido. La temperatura ideale dovrebbe essere ricompresa tra i 20 e i 35° C con inverni miti e non troppo freddi. Anche l’irrigazione è importante ma non deve essere esagerata.
Il fico riesce ha assorbire e ad immagazzinare acqua all’interno della sua struttura ma ciò non vuol dire che non gradisca essere innaffiata con regolarità; il segreto è quello di regolarsi bene e non eccedere, lasciando che il terreno si asciughi tra un’irrigatura e l’altra, evitando così ristagni che potrebbero far morire le radici e di conseguenza la vostra pianta.
I trucchi da tener presente
Si tratta di una pianta molto resistente e capace di crescere in terreni e climi molto duri (alte temperature) ma se vogliamo ottenere un buon raccolto è importante seguire alcuni trucchi essenziali. Uno di questi riguarda la concimazione, una pratica che pochi eseguono quando si parla del fico d’India; eppure è importantissima poichè favorisce la crescita sia della pianta stessa che di nuovi frutti. Fate attenzione invece:
- ad eventuali malattie fungine
- ad insetti dannosi e parassiti
- a non esagerare con l’irrigazione
Tra i problemi più gravi che possono andare a precludere un raccolto abbondante, troviamo funghi e parassiti. I primi sono una problematica ricorrenti delle zone troppo umide; ruggine e maculatura possono essere sempre dietro l’angono in questi casi dunque state attenti. Cocciniglie, afidi e cimici, invece, possono comparire in qualsiasi situazione e specialmente gli afidi possono infestare in maniera ancora più veloce se in zona sono presenti formicai.
La raccolta si effettua generalmente tra settembre e ottobre, non appena i frutti sono belli maturi; li riconoscerete dalla buccia che sarà di un colore rosso o arancio intenso, a seconda della varietà in questione. Assicuratevi di usare sempre dei guanti protettivi per prenderli poichè sono ricchi di spine che, in alcuni casi, possono provocare fastidiose irritazioni cutanee