Coltivare fico d’India: ecco i tre trucchi da seguire

Il fico d’India, o Opuntia ficus-indica, è una pianta appartenente alla famiglia delle Cactacee ed è originaria, checchè si possa pensare dal nome, del Messico e delle regioni calde del centro-america. Si tratta di una pianta succulenta rinomata per i frutti che vengono gustati in tanti modi, sia freschi che come succo o sotto forma di marmellata.

Oggi il fico d’Iindia viene coltivato in moltissime zone del bacino del Mediterraneo dove è diventata una specie quasi autoctona. Cresce spontaneamente in diverse parti dell’entroterra e delle zone costiere della Sicilia dove si è ambientata benissimo ed ha assunto i connotati di un vero e proprio simbolo della regione.

Come coltivare il fico d’India

Essendo una pianta originaria dei climi caldi e secchi dell’America centrale, è ovvio che per crescere bene il fico d’India ha bisogno di temperature alte e clima non molto umido. La temperatura ideale dovrebbe essere ricompresa tra i 20 e i 35° C con inverni miti e non troppo freddi. Anche l’irrigazione è importante ma non deve essere esagerata.

Il fico riesce ha assorbire e ad immagazzinare acqua all’interno della sua struttura ma ciò non vuol dire che non gradisca essere innaffiata con regolarità; il segreto è quello di regolarsi bene e non eccedere, lasciando che il terreno si asciughi tra un’irrigatura e l’altra, evitando così ristagni che potrebbero far morire le radici e di conseguenza la vostra pianta.

I trucchi da tener presente

Si tratta di una pianta molto resistente e capace di crescere in terreni e climi molto duri (alte temperature) ma se vogliamo ottenere un buon raccolto è importante seguire alcuni trucchi essenziali. Uno di questi riguarda la concimazione, una pratica che pochi eseguono quando si parla del fico d’India; eppure è importantissima poichè favorisce la crescita sia della pianta stessa che di nuovi frutti. Fate attenzione invece:

  • ad eventuali malattie fungine
  • ad insetti dannosi e parassiti
  • a non esagerare con l’irrigazione

Tra i problemi più gravi che possono andare a precludere un raccolto abbondante, troviamo funghi e parassiti. I primi sono una problematica ricorrenti delle zone troppo umide; ruggine e maculatura possono essere sempre dietro l’angono in questi casi dunque state attenti. Cocciniglie, afidi e cimici, invece, possono comparire in qualsiasi situazione e specialmente gli afidi possono infestare in maniera ancora più veloce se in zona sono presenti formicai.

La raccolta si effettua generalmente tra settembre e ottobre, non appena i frutti sono belli maturi; li riconoscerete dalla buccia che sarà di un colore rosso o arancio intenso, a seconda della varietà in questione. Assicuratevi di usare sempre dei guanti protettivi per prenderli poichè sono ricchi di spine che, in alcuni casi, possono provocare fastidiose irritazioni cutanee

Lascia un commento